Stampa musicale: aneddoti e cronistoria delle partiture

Stampa musicale: aneddoti e cronistoria delle partiture

Eugenia Luchetta Pubblicato il 6/10/2024

Nel discutere la “storia dell’editoria”, ci si riferisce essenzialmente alla cronologia delle pubblicazioni scritte. Parallelamente alla produzione di testi stampati, si è evoluta anche la stampa di un diverso sistema di simboli: la notazione musicale. La crescita di questi due tipi di stampa, testuale e musicale, è avvenuta simultaneamente, beneficiando delle stesse innovazioni tecnologiche e dei progressi condivisi. Tuttavia, l’edizione di musica in forma stampata ha introdotto delle sfide uniche e complessità che, a volte, hanno portato a percorsi evolutivi distinti.

Qui di seguito sono elencate le fasi principali di questo sviluppo, in cui la notazione musicale è stata creata e ricreata molteplici volte, passando da semplici indicazioni su come eseguire i versi di un canto fino a diventare un sistema avanzato capace di fornire istruzioni dettagliate su note, tonalità, ritmo, ecc., per un’intera orchestra.

Antichità: le origini degli spartiti musicali contemporanei

Le prime attestazioni di notazione musicale risalgono a periodi antecedenti l’uso di carta e pergamena come mezzi di scrittura. La più antica evidenza conosciuta è stata scoperta su una tavoletta cuneiforme in Mesopotamia (nell’attuale Iraq), risalente al 2000 a.C. Sistemi di notazione erano diffusi anche nell’antica Grecia, dal VI secolo a.C., dove simboli posti sopra le sillabe indicavano l’intonazione.

Inni delfici ritrovati presso il Tempio di Apollo a Delfi, su una delle pareti esterne del Tesoro degli ateniesi. Databili il primo al 138 a.C. ed il secondo al 128 a.C.

Medioevo: la notazione nei manoscritti miniati

La nascita della notazione musicale moderna, caratterizzata dall’uso iniziale del tetragramma e successivamente del pentagramma, è attribuita a Guido d’Arezzo intorno all’anno 1000. Nonostante la musica fosse prevalentemente tramandata oralmente, nei monasteri si iniziò a registrare la musica manualmente con grande dedizione nei manoscritti miniati, arricchiti da elaborate illustrazioni e decorazioni.

‘Sumer is icumen in’, canone medievale inglese di fine del XIII secolo, British Library.

La stampa a caratteri mobili: Ottaviano Petrucci e John Rastell

L’introduzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo ha reso questa tecnica il principale mezzo per la diffusione dei testi scritti. Al contrario, la musica proseguì nella sua diffusione attraverso manoscritti. Ciò era dovuto parzialmente alla mancanza di un sistema di notazione musicale uniforme e alla difficoltà tecnica di stampare contemporaneamente note e pentagrammi, oltre al testo. Spesso, i pentagrammi venivano disegnati a mano prima o dopo la stampa delle note. A volte, invece, i pentagrammi venivano stampati separatamente, e successivamente note e testi aggiunti a mano.

Ottaviano Petrucci, pioniere della stampa musicale tra il XV e il XVI secolo, sviluppò un metodo che richiedeva tre diverse fasi di stampa per righi, testo e note. I suoi lavori erano di alta qualità ma il processo, complesso e laborioso, non era adatto alla produzione di massa. Nel 1520, l’inglese John Rastell propose una tecnica alternativa che combinava note, parole e righi in un unico carattere, semplificando il processo di stampa. Questo metodo, benché meno preciso, divenne lo standard in Europa fino all’introduzione dell’incisione su rame nel XVII secolo.

Ottaviano Petrucci, Harmonice Musices Odhecaton, 1501.
A sinistra: assemblaggio dei caratteri. Pezzi di altri caratteri erano aggiunti per posizionare le note in diverse parti dei righi.
A destra: caratteri mobili musicali. Immagini di musicprintinghistory.org.  

Incisione su lastra: la tecnica predominante fino all’era moderna

L’incisione offriva una soluzione ai limiti dei caratteri mobili, consentendo una maggiore fedeltà ai dettagli dei manoscritti originali. Questo metodo prevedeva l’incisione diretta di note, testi e righi su una lastra metallica, che veniva poi inchiostrata per la stampa su carta. Questo processo garantiva risultati di eccellente qualità, tanto che alcune case editrici, come la G. Henle Verlag, continuarono a utilizzare questa tecnica fino al 2000.

All’inizio le lastre venivano incise liberamente a mano. In seguito, vennero ideati appositi strumenti per diversi elementi.

  • Scalpelli per gli spartiti
  • Bulini ellittici per crescendo e diminuendo
  • Bulini piatti per legature tagli addizionali
  • Punzoni per note, chiavi, alterazioni e lettere

L’incisione su lastra fu il metodo di scelta per la stampa degli spartiti fino alla fine del 19o secolo, quando il suo declino venne decretato dallo sviluppo della tecnologia fotografica.

Processo per la realizzazione di una lastra per incisione a mano. Immagine di musicprintinghistory.org  

Scrittura a mano: il valore delle annotazioni manuali

L’avvento della stampa di partiture ha contribuito alla standardizzazione dei simboli musicali, riducendo le variazioni dovute alla trascrizione manuale. Tuttavia, i compositori hanno continuato a scrivere la propria musica a mano, prima di affidarla a copisti e stampatori per la sua diffusione.

“Phantasie für eine Orgelwalze”, Allegro and Andante in F Minor, Mozart. Manoscritto originale.

Computer e spartiti: software di notazione musicale

L’informatica ha trasformato radicalmente il processo di scrittura e produzione degli spartiti, grazie all’introduzione di software di notazione musicale quali Finale o Sibelius. Questi programmi offrono funzionalità simili a quelle di un elaboratore di testi, permettendo agli utenti di digitare, modificare e stampare le partiture facilmente. I software di notazione musicale semplificano numerosi aspetti del processo, tra cui la correzione di errori, l’estrazione di parti per orchestra, la trasposizione di brani tra diversi strumenti e molto altro.

Screenshot dal software Sibelius

Diverse forme di rappresentazione musicale si sono evolute nel tempo, alcune come alternative o supporti specifici per determinati strumenti. Ad esempio, esistono pittogrammi per gli strumenti a fiato e sistemi diversificati per la percussione, che non produce note di tono definito. Esistono anche notazioni alternative per la chitarra, uno strumento molto diffuso oggi.
In ogni caso, la standardizzazione della notazione musicale sotto forma di spartito rappresenta un significativo traguardo nell’educazione musicale occidentale. La stampa ha cercato di replicare con la massima precisione possibile la notazione musicale per secoli, ma è stata anche attraverso la stampa che la standardizzazione di un sistema così complesso è stata resa possibile.