Quanti loghi di Instagram riuscite a ricordare? Pensateci un attimo, non bisogna andare troppo indietro nel tempo. Scommettiamo che la maggior parte di voi ne ricorda due. E se vi dicessimo che, invece, la storia dell’app ne conta ben tre diversi? In pochi si ricordano del primo logo, che nulla ha da spartire con l’attuale. Oggi vogliamo rinfrescarvi la memoria: ripercorriamo insieme la storia dei tre loghi, dal 2010 a oggi.
Chi ricorda il primo logo di Instagram?
La primissima icona fu progettata dal CEO e co-fondatore di Instagram, Kevin Systrom. Eccola qui, ispirata alla Polaroid vintage.
L’icona fluttuava su uno sfondo trasparente e contava numerosi dettagli tutti pedissequamente ripresi dall’iconica macchina fotografica Polaroid: il grande flash, la striscia arcobaleno che attraversa il centro della fotocamera, tre pulsanti e il mirino. L’effetto era volutamente tridimensionale e iperrealistico: notate, per esempio, l’ombra dei pulsanti nella parte inferiore della macchina. Un’illustrazione così dettagliata oggi sarebbe impensabile per un’icona.
Il logo “iconico”
Il secondo logo, quello che sicuramente ricorderete molto meglio, è stato progettato dal designer e fotografo Cole Rise nell’autunno del 2010. L’icona rappresenta sempre una macchina fotografica, questa volta ispirata al modello Bell & Howell degli anni Cinquanta.
Leggenda vuole che il logo sia stato disegnato da Cole Rise in soli 45 minuti, a cui seguirono solo piccoli ritocchi per perfezionarlo. La nuova icona fu ufficializzata 6 mesi dopo, nel 2011. Una curiosità: sapete che esiste anche un suo lato B? Cole Rise lo disegnò per divertimento.
L’icona minimal del 2016
A 5 anni dall’ultimo redesign, più esattamente l’11 maggio del 2016, dopo 9 mesi di lavoro, l’azienda annuncia il suo terzo logo. Ecco come Instagram ha presentato il nuovo progetto in unarticolo pubblicato su Medium..
Come spesso accade quando si ha a che fare con un cambiamento drastico, la risposta degli utenti non fu universalmente positiva e, in un primo momento, il nuovo logo scatenò ironie e critiche sui social.
Le caratteristiche del nuovo logo
Dov’è finito l’arcobaleno, l’elemento iconico dell’app? E dove sono finiti il mirino e l’obiettivo? Certo, serve un piccolo sforzo, ma a ben vedere questi elementi continuano a vivere nella nuova icona. Sono stati semplicemente astratti: l’arcobaleno vive nel gradiente dei tre colori dell’icona e il mirino e l’obiettivo sono stati sintetizzati in linee e punti. Il logo suggerisce ancora l’idea di una macchina fotografica, quindi rimangono la storia e l’anima dell’azienda, ma è un’immagine astratta che guarda al futuro. Il nuovo design minimale è perfettamente in linea con le nuove tendenze di progettazione grafica.
La nuova immagine è sintetica, piatta e soprattutto ha un’ottima resa anche in un formato molto piccolo. Scompare l’arcobaleno e rimangono 3 colori che si fondono l’uno nell’altro: il rosa, il viola e il giallo. Anche qui è stato applicato un processo di sintesi dei colori che sprigiona più energia, dinamismo e calore rispetto all’utilizzo di colori piatti e separati. Solo guardandolo a posteriori, possiamo renderci conto di quanto fu avanguardistica la scelta del gradiente, così come il processo di appiattimento e sintesi del logo.
Quale lezione ci portiamo a casa con la storia del redesign di Instagram? Che i cambiamenti, quando sono veri cambiamenti, è difficile che vengano compresi e accettati sin da subito: serve tempo per apprezzare la loro portata rivoluzionaria. E, lato brand, serve coraggio per compiere una rottura, spezzare le abitudini di tanti utenti affezionati. Serve una visione.