Cos’è la Tecnica Litografica?
Partiamo dall’etimologia della parola, che affonda le sue radici nel greco antico, combinando “lithos” (pietra) con “graphia” (scrittura), rivelando così l’elemento centrale della litografia: la pietra.
La metodologia di stampa litografica fu ideata nel 1796 da Aloys Senefelder (nato a Praga nel 1771 e morto a Monaco di Baviera nel 1834) e si è diffusa nel settore artistico per la sua capacità di moltiplicare le riproduzioni, anche policrome, di opere disegnate manualmente. Numerosi artisti, tra cui Georges Braque, Marc Chagall, Salvador Dalí, Francisco Goya, Paul Klee, Édouard Manet, Joan Miró, Edvard Munch e Pablo Picasso, hanno sfruttato questa tecnica per creare incantevoli litografie.
Funzionamento della Litografia
Il fondamento della litografia si basa su un principio chimico basilare: l’incompatibilità tra acqua e sostanze oleose. Con questa premessa, è possibile addentrarsi nei dettagli tecnici senza difficoltà.
La base di questa tecnica è costituita da una pietra calcarea, proveniente dalle cave di Solnhofen in Baviera, ricca di carbonato di calcio. Questa pietra si distingue per la sua durabilità, finezza di grana e alta porosità, che le permette di assorbire l’acqua efficacemente. Una pietra idonea alla litografia deve essere priva di imperfezioni, con una superficie liscia e uno spessore minimo di 6 cm per evitare rotture. La pietra viene quindi tagliata in forme rettangolari, lisciata e i suoi bordi arrotondati.
Questo è un esempio di lastra litografica. Sulla sua superficie si applica un disegno utilizzando matite grasse o resinose, dette anche “matite saponose”. Successivamente, la pietra è trattata con talco e un mix di acido acetico e gomma arabica, che rende il disegno più definito e la superficie della pietra resistente alle sostanze oleose. Dopo il lavaggio e mentre è ancora umida, la lastra è inchiostrata. A questo punto, si verifica una reazione chimica che trasforma il carbonato di calcio in aree non coperte da inchiostro in nitrato di calcio, attratto dall’acqua, mentre le zone disegnate trattenono l’inchiostro.
Un foglio di carta viene pressato sulla lastra per trasferire il disegno, generando la prima stampa litografica, caratterizzata da linee precise e chiare. Questa operazione può essere ripetuta più volte, permettendo la produzione di numerose copie dalla stessa lastra.
Ecco il risultato. Si tratta di una litografia di Benedetto Eredi (1750 – 1812), rappresentante Gesù prima della crocifissione.
Come accennato, la litografia consente anche la riproduzione a colori (fino a 30 in un’unica opera), ampliando l’uso della tecnica oltre l’ambito artistico, anche nella realizzazione di manifesti e illustrazioni per libri. La cromolitografia, questo il suo nome, richiede un lavoro meticoloso, poiché ogni colore necessita di una lastra specifica.
Con il passare del tempo, sono stati introdotti miglioramenti per semplificare e velocizzare la litografia. In particolare, la pesante e fragile pietra litografica è stata sostituita da lastre di zinco o alluminio, garantendo risultati eccellenti. Queste variantisono note come zincografia e algrafia, rispettivamente.
Per ulteriori approfondimenti, visitate la sezione dedicata alla stampa nel nostro blog, dove troverete numerosi articoli sul passato e sul presente delle tecniche di stampa. Buona esplorazione!