Da decenni le edicole sono ricche di fumetti di produzione italiana nel classico formato “bonellide”, termine usato dagli addetti ai lavori per indicare un formato specifico dell’albo, con grandezza della pagina e tipo di materiale che caratterizza il classico fumetto popolare italiano.
Fumetti come Tex, Dylan Dog, Nathan Never e Martin Mystère, pubblicati proprio dalla casa editrice milanese Sergio Bonelli Editore, hanno conquistato tantissimi lettori di ogni età, affascinati da queste storie che spaziano tra generi come western, horror e fantascienza. Il termine bonellide inizialmente aveva un’accezione negativa, ma nel tempo ha ottenuto una connotazione neutra, che indica semplicemente un formato editoriale. Soprattutto dopo il 1986, che segna il grande successo di Dylan Dog, sono nati diversi progetti editoriali in Italia che hanno utilizzato questo formato, come ad esempio le case editrici Editoriale Aurea e Bugs Comics. Tra i più famosi basta citare Dago, Lazarus Ledd, Orfani e il recente Samuel Stern.
Molti aspiranti fumettisti e disegnatori scelgono proprio Pixartprinting per stampare le loro storie o creare un portfolio accattivante in stile italiano con formato bonellide. Per farlo nel migliore dei modi bisogna però conoscere i codici specifici di questo formato editoriale.
Luca Lamberti: la nostra guida per conoscere il formato bonellide
Come fare, quindi, per realizzare un fumetto in stile italiano nel formato bonellide? Quali accorgimenti e regole vanno seguiti se si vuole creare un portfolio da mostrare agli editori o un fumetto auto-prodotto che rispecchi le caratteristiche del bonellide?
Per scoprire tutti i dettagli di questo mondo abbiamo parlato con Luca Lamberti, autore e disegnatore che ha lavorato per il mercato italiano su John Doe e continua sul settimanale Skorpio e Lanciostory per Editoriale Aurea. Fa parte, inoltre, del team creativo della serie Samuel Stern, di cui ha disegnato alcuni numeri. Oltre a questo è curatore e autore, insieme a Leonardo Cantone, della testata Fantasy da edicola che uscirà nel 2022 per Bugs Comics. In passato ha lavorato anche per il mercato americano per IDW Publishing, sul fumetto di Star Trek.
Grazie alle sue dritte abbiamo stilato questa guida su come realizzare fumetti nel formato bonellide: si tratta di un tema molto vasto e che per molti autori richiede anni di studio. Questa guida quindi non ha pretese di esaustività, ma è una introduzione per chi vorrebbe fare della propria passione un lavoro, oppure per chi è interessato a comprendere meglio i codici e la realizzazione della visione italiana e popolare dei fumetti.
La grammatica del fumetto popolare italiano
Come abbiamo già visto nella guida sulla realizzazione di bande dessinée francesi, ogni area geografica ha uno o più modi di intendere la pagina di un fumetto. Alla base però ci sono alcuni elementi chiave che accomunano tutti i fumetti, gli stessi in tutto il mondo:
- La vignetta è la singola immagine disegnata
- La gabbia è l’insieme di vignette che compongono una pagina o tavola
- La closure è lo “spazio bianco” che definisce il tempo del racconto.
Parlando nello specifico di fumetto italiano, sono tantissimi gli autori che hanno creato e influenzato questo modo di fare fumetti: leggerli e studiarli può essere un primo passo per capire come creare un fumetto del genere, anche se è impossibile citarli tutti. L’impronta originaria è sicuramente il Tex di Gian Luigi Bonelli, disegnato inizialmente da Aurelio Galleppini, creato e pubblicato dal lontano 1948. Inizialmente Tex viene pubblicato in formato striscia, contenente un massimo di 3 vignette per pagina, tutto questo fino al 1953. Successivamente verrà pubblicato (fino ad oggi) appunto nel formato bonellide.
Riguardo invece gli autori più recenti, Luca Lamberti ne consiglia tre:
- Massimo Carnevale: per il suo segno grottesco, sporco, ma di una eleganza senza pari.
- Stefano Andreucci: parlando sempre di eleganza, è per lui la summa massima del disegno classico bonelliano: “tanti sono sicuro farebbero il nome di Claudio Villa per questo pesante encomio, ma per quanto la sua tecnica sia ineccepibile il tratto più caratteristico e personale di Andreucci me lo fa preferire”, ci ha detto Lamberti.
- Corrado Mastantuono: è il disegnatore eclettico per eccellenza, passa dal disegnare un Tex realistico (ma con uno stile estremamente riconoscibile e personale) a un Topolino saltando da uno stile all’altro con una facilità disarmante.
Gli elementi caratterizzanti del formato bonellide
Dopo aver letto gli albi di riferimento e studiato gli autori, bisogna comprendere le “regole” che caratterizzano questo formato.
Ce le spiega Luca Lamberti:
“Ciò che ha sempre caratterizzato il formato ‘bonellide’ è stata sicuramente la sua rigidità, che però presenta una comprensione narrativa molto fluida e ben studiata, in modo tale da renderla un punto di riferimento per un pubblico estremamente popolare. La classica tavola di fumetto italiana è sempre stata strutturata in maniera molto quadrata, difatti difficilmente si vedono sbordature o splash page (tavola contenente una sola immagine d’impatto) che non siano recluse all’interno di un riquadro e che non arrivino ai bordi della pagina, come solitamente succede nelle tavole di fumetto americano. Il senso di lettura è da sinistra verso destra come tutti i mercati principali, a differenza di quello giapponese che si legge da destra a sinistra”.
In ogni caso con la maturazione del pubblico anche la tavola bonelliana ha subito una sua evoluzione. Ci dice Lamberti:
“La tavola bonelliana si sta avvicinando a un tipo di narrazione decisamente più libera e meno ‘quadrata’, che non si discosta poi molto dallo stile americano che struttura la sua tavola su 4 strisce, con un formato decisamente più verticale, ma senza una limitazione strutturale per quanto riguarda il numero di vignette. Ad esempio, la Bugs Comics abbraccia particolarmente questa ‘rivoluzione’: nonostante arrivi in edicola con il formato che rende riconoscibile il fumetto italiano, ai disegnatori viene lasciata totale libertà di struttura della tavola”.
La tavola bonelliana e il prodotto finito
La tavola bonelliana è quindi di base molto “rigida” e chiaramente strutturata, ecco tutti i dettagli:
- Ha un formato di 16×21 cm e la tavola viene divisa in 3 strisce orizzontali, che a loro volta possono essere divise a metà verticalmente, così da ottenere un massimo di 6 vignette.
- Lo spazio tra una vignetta e l’altra solitamente si aggira intorno ai 5mm.
- Gli albi sono costituiti da 96 pagine, di cui 94 sono le tavole che compongono la storia. Le altre due vengono solitamente lasciate per il frontespizio e l’editoriale, anche se ultimamente c’è stato qualche esperimento con il colore. La norma vuole che gli albi siano in bianco e nero.
- Il tipo di legatura è sempre la brossura.
Ma come si struttura il foglio da disegno? In alto e in basso ci sono alcuni esempi riguardo la divisione in vignette della tavola. Ecco come leggere queste immagini:
- I quadrati (o rettangoli) neri corrispondono al bordo delle vignette, che insieme costituiscono la gabbia
- L’area bianca tra i rettangoli neri e il bordo rosso rappresenta il “fuori gabbia”, dove si inseriscono gli elementi che sbordano al di fuori delle vignette. Si vede poco in questo formato, anche se nelle pubblicazioni più recenti viene concessa più libertà.
- La linea rossa è il margine di taglio a bordo della pagina, quindi dove sarà tagliato il foglio in fase di stampa.
Il prodotto finito e stampato nel formato bonellide è quindi un fumetto con grandezza di 16×21 cm, brossurato e solitamente in bianco e nero. Su Pixartprinting si può scegliere ad esempio rilegatura brossura grecata e fresata.
Si conclude questo viaggio all’interno del fumetto italiano, un mondo ricco di autori, storie e fumetti da scoprire.